Elogio delle Suore Missionarie
(Brano tratto dal discorso di Pio XII alle Pontificie Opere Missionarie, del 24 giugno 1944).
A questa augusta e santa meta ha collaborato tutto ciò che costituisce ed anima la madre patria cattolica. E se noi consideriamo la somma delle molteplici opere buone e delle eroiche rinunzie, che milioni e milioni di anime, dal fanciullo al vegliardo, hanno compiuto e compiono, e di cui è così ricca la storia delle Missioni: le preghiere; le elemosine e le offerte; l'olocausto di se stessi, che i Missionari e le Suore missionarie fanno senza limitazione nè riserva, non per qualche mese od anno, ma fino alla morte, e in non pochi casi fino alla morte violenta per amore di Cristo; e tutto ciò affine di rendere genti estranee e sconosciute, in terre e continenti lontani, partecipi della redenzione e della salute nel tempo e nella eternità, della pace con Dio e fra loro stesse, della dignità di cristiani, che sola rappresenta la piena dignità umana; noi vediamo e sentiamo che il passato e il presente poche cose hanno da additare, le quali per generosità e per vigore, per efficacia in profondità e in larghezza, per abbondanza di perenne benedizione, possano essere paragonate ed equiparate a queste gesta di vero rispetto ed amore per gli uomini. Un tale amore, per applicare qui la parola dell'Apostolo S. Giovanni, non può essere che da Dio (cfr. I Io. 4, 7), e Noi non dubitiamo di asserire che l'opera cattolica delle Missioni nell'era moderna costituisce di per sé sola una mirabile prova della divinità della Chiesa.
A questa augusta e santa meta ha collaborato tutto ciò che costituisce ed anima la madre patria cattolica. E se noi consideriamo la somma delle molteplici opere buone e delle eroiche rinunzie, che milioni e milioni di anime, dal fanciullo al vegliardo, hanno compiuto e compiono, e di cui è così ricca la storia delle Missioni: le preghiere; le elemosine e le offerte; l'olocausto di se stessi, che i Missionari e le Suore missionarie fanno senza limitazione nè riserva, non per qualche mese od anno, ma fino alla morte, e in non pochi casi fino alla morte violenta per amore di Cristo; e tutto ciò affine di rendere genti estranee e sconosciute, in terre e continenti lontani, partecipi della redenzione e della salute nel tempo e nella eternità, della pace con Dio e fra loro stesse, della dignità di cristiani, che sola rappresenta la piena dignità umana; noi vediamo e sentiamo che il passato e il presente poche cose hanno da additare, le quali per generosità e per vigore, per efficacia in profondità e in larghezza, per abbondanza di perenne benedizione, possano essere paragonate ed equiparate a queste gesta di vero rispetto ed amore per gli uomini. Un tale amore, per applicare qui la parola dell'Apostolo S. Giovanni, non può essere che da Dio (cfr. I Io. 4, 7), e Noi non dubitiamo di asserire che l'opera cattolica delle Missioni nell'era moderna costituisce di per sé sola una mirabile prova della divinità della Chiesa.
In un tempo in cui dottrine empie ed atee inducono molti a violare i diritti e la dignità della persona umana e la mutua carità fraterna, è un intimo bisogno dell'animo Nostro di rivolgere a quest'opera di universale amore una parola di riconoscimento, di lode e di gratitudine.
(Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, VI, Quinto anno di Pontificato, 2 marzo 1944 - 1° marzo 1945, pp. 47-52 - Tipografia Poliglotta Vaticana)