E se fosse divenuta missionaria?

Ho ricevuto varie lettere di persone sposate (soprattutto donne) che rimpiangono di non aver abbracciato la vita religiosa. Ecco quel che mi ha scritto una gentile signora.

Caro D.,
                grazie di avermi risposto. [...] Ho letto con piacere la tua lettera, hai uno stile degno di uno scrittore d'altri tempi :)

Leggo il blog vocazionale, e se l’avessi incontrato dieci anni fa, quando stavo ancora decidendo per il matrimonio, me ne sarei tornata in convento. A volte lo sogno ancora, di esserci, l’ultima volta è stata proprio questa notte. ;)

Grazie dei consigli, i libri che mi suggerisci di leggere li ho letti e riletti anni fa, conosco Sant'Agostino, Sant'Ambrogio, Santa Teresa d'Avila, San Giovanni della Croce (e dico “conosco” nel senso che oltre a conoscerne la vita ne ho letto la maggior parte degli scritti), San Francesco d'Assisi e Santa Chiara, Sant'Alfonso dei Liguori e molti molti altri... ho una biblioteca notevole.

[…] Ora mi fermo, non voglio rubarti altro tempo. Parlare di tutto come vorrei non si potrà. Però grazie del tentativo. Lo apprezzo. […]

Un caro saluto.

(lettera firmata)


Carissima sorella in Cristo,
                                           ti ringrazio per avermi concesso il permesso di pubblicare quel che mi hai scritto in proposito della vita religiosa. Perché ho voluto pubblicare questi tuoi pensieri espressi con simpatica schiettezza? Te lo spiego subito. Ci sono tante persone che si sentono attrarre dalla vita religiosa, ma accarezzano anche l'idea del matrimonio.

A costoro consiglio di riflettere attentamente: mentre entrando in convento hanno vari anni di tempo, prima di emettere i voti perpetui, per poter capire se sono davvero chiamati alla vita religiosa oppure no, e quindi eventualmente tornarsene nel mondo, invece coloro che si sposano non possono più tornare indietro, perché il matrimonio religioso quando è rato (cioè valido) e consumato non può più essere sciolto da nessuno, nemmeno dal Sommo Pontefice. Sì, esiste la possibilità, se l'altro coniuge è d'accordo, di ricevere la dispensa ecclesiastica per entrare in convento, ma è una cosa difficile da ottenere, soprattutto quando ci sono bambini piccoli da allevare.

A coloro che sono indecisi tra il matrimonio e la vita religiosa consiglio di fare al più presto delle esperienze vocazionali in buoni ordini religiosi, e magari anche di partecipare agli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola, i quali sono molto utili per eleggere uno stato di vita. Dopo aver riflettuto e pregato, bisogna mettere il cuore innanzi a Dio e prendere una decisione. Bisogna ricordarsi però che la vita consacrata è lo stato più perfetto perché è più simile alla vita che condusse Gesù su questa terra. Inoltre entrando in un convento o in monastero (purché fervoroso e osservante) è più facile salvarsi l'anima e farsi santi. Un'anima, un'eternità!

Spero di essere stato di qualche utilità a qualche lettore “indeciso”.

In Cordibus Jesu et Mariae,

Cordialiter

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